"io scrivo": una di quelle frasi piccole che si portano dietro troppo. io scrivo perchè ne ho bisogno. sono grafomane, non posso farne a meno. come la droga. una di quelle cose che se non ce l'hai vai in crisi.

giovedì 22 aprile 2010

Beware of Musicians!

la gestazione di un disco è una cosa complicata. e trovarcisi coinvolti lo è ancora di più. 
perchè, volenti o nolenti, quando si è a stretto contatto con un musicista, si tende a rimanere offesi dall'evento. almeno un po'. 
la cosa principale da capire è che, per un musicista, o preteso tale, la musica è -ovviamente- la prima (e a volte unica) cosa della propria vita. 
sarà la sua prima preoccupazione, la sua prima esigenza, il suo primo bisogno, il suo amore primo su tutti gli altri. 
perchè non è solo una passione: è una vera e propria patologia. o potrebbe essere la vita stessa. 
quando un musicista decide di fare un disco, è meglio mettersi il cuore in pace. lo farà diventare una necessità, una questione di vita o di morte.
condizionerà i suoi impegni, il suo umore, le sue esigenze. qualsiasi cosa. 
perchè un musicista (e attenzione: non è importante aver studiato per essere musicisti, è importante il posto che la musica - o meglio: il fare musica, occupi nella vita dell'elemento) dal momento in cui si scopre tale, sposa la musica completamente e la ama senza remore e senza distrazioni. (cosa che neanche con una persona sarebbe in grado di fare)
quindi, dopo aver sposato la musica, vorrà dei figli da lei. 
ecco. un disco è come un figlio. 
si concepisce ed ha una vera e propria gestazione. che certamente non è come quella di un figlio umano. 
la gestazione di un disco può essere molto breve, ma anche molto lunga. 
e i problemi arrivano proprio in questo caso. 
perchè nel prolungamento della cosa, ci sarà comunque ad un punto di svolta, in cui appariranno due opzioni:
a) l'aborto
b) il cesareo
e non è facile stabilire quale delle due sia peggiore. 
la prima è pericolosa: crolla tutto. 
crolla il lavoro di mesi -a volte di anni- e ci si ritrova fra le mani un mucchio di tempo sprecato e un quantitativo corrispondente di frustrazione. 
risultato? malcontento. parecchio. 
e non si ripercuote solo sul musicista stesso, ma provoca l'incazzatura di chi, povero umano, ha dovuto subire tutto ciò che la gestazione ha comportato. 
per la serie: "e adesso, dopo tutto questo tempo che gli hai dedicato, decidi di lasciar perdere? dopo tutto quello che mi hai fatto passare perchè dovevi starci dietro? ti odio." e affini. 
opzione b): il cesareo. si presenta quando si decide che, a un certo punto, questa nascita diventi assolutamente necessaria. 
e qui vengono i veri problemi. perchè subentrano la fretta, l'ansia, le scadenze, i tempi stretti...
e il suddetto musicista sarà ASSOLUTAMENTE assorbito dal suo lavoro. 
e quando dico assolutamente, intendo: davvero in modo assoluto. cioè, si parla sul serio di OGNI fibra del suo corpo e OGNI neurone del suo cervello. 
non troverà tempo di pensare al resto.
non troverà modo di pensare a tutto il resto.
non troverà motivo di pensare al resto globale. 
insomma: se avete a che fare con un musicista, si dimenticherà completamente di voi.
sparirete dalla faccia della terra. sarete morti. anzi no: sarà come se non foste mai nati. 
e attenzione, perchè se glielo farete notare, risorgendo dalla polvere in cui verrete automaticamente sommersi, vi risponderà che assolutamente NON E' VERO, e che vi siete INVENTATI TUTTO, o che vi state facendo DELLE PARANOIE e che in più, LO SAPEVATE GIA' che sarebbe andata così perchè VI AVEVA AVVERTITO. 
ok. allora.
togliendo il fatto che quest'ultima affermazione è già di per sé un'ammissione di colpa, io ci posso anche stare. 
è solo che...beh...non è proprio semplice sentirsi ignorati e inutili...insomma ecco...magari uno non vuole rompere le scatole, né togliere del tempo utile...però ecco...come dire...è...quantomeno SPIACEVOLE. 
e tu lo sai che ti senti solo. ma loro non se ne renderanno MAI conto. 
e poi, dico: pensate che un disco sia solo musica e parole?
ahahahahahhahaah *ride a crepapelle*
poveri stolti. 
un disco è: registrare, scrivere, trovare le collaborazioni, contattare gente, fatica, procurarsi la musica, suonarla, missaggio (di musica e voce -separatamente-), fatica, mastering, fotografie, grafica, fatica, produzione, idee, titolo, fatica, libretto, stampa, SIAE, fatica, soldi, tanti, tanti soldi, packaging, centrino, spedizione, fatica, ricezione, distribuzione, vendita e TANTA, TANTA, aiutatemi a dire TANTA PAZIENZA. e non solo.
ecco perchè il musicista è completamente assorbito. ecco perchè non vi calcolerà. ecco perchè sarete l'ultima cosa della sua vita. 
insomma: è PURA FOLLIA. 
e lo so, LO SO, che voi lo amerete lo stesso. 
però poi, non dite che non vi avevo avvertito.

4 commenti:

  1. Leggo un pizzico di autobiografia in questo tuo post.
    Come sempre, comunque, è un piacere leggere le tue parole.
    Ah, dovrei segnarmelo anche io: TANTA PAZIENZA.

    RispondiElimina
  2. ^_^ la pazienza è la base della mia vita.
    senza sarei già rinchiusa in qualche posto per l'igiene mentale sotto psicofarmaci!

    RispondiElimina
  3. Pensa che frustrazione come nel mio caso: Essere musicisti (sempre per modo di dire è!) e lavorare per i musicisti che incidono dischi.
    E' come un pugile che fa il sacco contro il suo corpo.

    RispondiElimina
  4. è dura.
    ma tu puoi fare tutto quello che vuoi.
    e sei sicuramente un musicista se metti la musica al primo posto!

    RispondiElimina