"io scrivo": una di quelle frasi piccole che si portano dietro troppo. io scrivo perchè ne ho bisogno. sono grafomane, non posso farne a meno. come la droga. una di quelle cose che se non ce l'hai vai in crisi.

giovedì 29 dicembre 2011

volevo dire che quest'anno sono molto felice di me stessa, perché ho letto "il piccolo principe" e mi è piaciuto.

il 2011 è stato un anno intenso.
intensissimo.
diciamo che per quanto mi riguarda, è come se 10 anni di vita si fossero concentrati in questo qui.
e sono successe tante di quelle cose che, realmente, non so come faccio ad essere ancora viva.
la cosa più importante di tutte, per esempio, è che ho letto per la quinta volta "il Piccolo Principe" e mi è piaciuto. finalmente.
ci sono libri che non capisci se non in determinati periodi della vita, dico io.
questo era il momento giusto.
e diciamo che questo potrebbe riassumere egregiamente tutto il mio intensissimo anno di vita.
ma, per tediarvi ulteriormente, ho deciso che farò un bell'elenco, così. perché alla fine dell'anno gli elenchi vanno tanto di moda.
e io, posso essere da meno?
no.
dunque.
  1. mi sono laureata alla magistrale, e quindi ho smesso di studiare.
    un grosso trauma. dal momento che avrei continuato a studiare per il resto della mia vita. peccato che i soldi per fare una cosa del genere, soprattutto in Italia, nessuno te li dia.
    questo ha comportato un uso massivo della lettura. cosa che ha reimpolpato in modo consistente la mia libreria, ma ha spolpato in modo molto più consistente il mio portafogli.
  2. ho smesso di danzare.
    secondo trauma.
    dopo 11 anni di ininterrotto studio, ho smesso con la danza.
    il mio cuore piange ancora. la mia scuola ancora mi manca.
    e beh, c'è ben poco altro da dire.
  3. nonostante questo non ho mancato nemmeno quest'anno di salire su un palcoscenico.
    ho presentato il mio primo spettacolo per intero, e scritto per questo le stesse presentazioni.
    e questo mi fa sentire molto fica.
  4. ho cominciato a lavorare. e, successivamente, a percepire uno stipendio fisso.
    fisso. va beh. diciamo uno stipendio- dignitoso.
    dignitoso. insomma. ok. non c'è una parola per definirlo. comunque è uno stipendio. e tanto basta.
    ora ho una partita IVA (elemento che, fino a poco tempo fa, collegavo semplicemente con una cantante obsoleta) e un commercialista (figura mitologica, ancora piuttosto sconosciuta e spaventosa.)
  5. mi sono disamorata una volta.
    trauma numero tre.
    e innamorata due.
    traumi numero quattro e cinque.
    incredibile, eh?
    in un solo anno sono riuscita a finire la seconda delle storie più importanti della mia vita nel modo più difficile possibile, probabilmente.
    poi ho avuto diverse disavventure, una piuttosto dolorosa, che non starò qui a raccontare, perché mi vergogno un bel po'.
    se non altro, però, c'è stato un ricco lieto fine.
    infatti adesso porto un anello al dito e non credo di essere mai stata così innamorata nella mia vita. un po', infatti, mi sento strana. tornare improvvisamente all'adolescenza, a 26 anni, è assurdo.
    levato il fatto che io, adolescente, non ho mai smesso di esserlo. ma così. wao.
  6. ho conosciuto TANTISSIME persone nuove.
    ho scoperto che un sacco di persone possono volermi bene, e non credevo sarebbe stato possibile.
    ho un sacco di nuovi amici sparsi per l'Italia e sono tanto felice!
  7. ho viaggiato tantissimo.
    ho fatto Roma-Milano un sacco di volte.
    e mi sono vista un sacco di concerti in giro per l'Italia. mai visto così tanti concerti e mai viaggiato così tanto per i concerti.
  8. ho cambiato casa.
    ho affrontato un grosso trasloco.
    e sono andata a vivere da sola.
    questo significa che ho cominciato a pagare le bollette, e fare la spesa. a vedere come si sta nel mondo dei grandi e ad impanicarmi spessissimo per tutti i soldi che spendo. a farmi stressare da tutti i parenti che vogliono, obbligatoriamente, essere invitati a casa. ad avere un sacco di ospiti. e ad avere molto meno tempo per me perché gran parte di quello che ho lo uso per pulire, rassettare, mettere a posto, fare il bucato, cucinare, cambiare i letti eccetera eccetera eccetera.
    ma il tutto condito da una serie pressoché infinita di soddisfazioni.
  9. ho frequentato un corso di fotografia, e ho imparato a usare la Reflex. ovvero: ho riacquistato la vista, perdendo la mia cecità. 
  10. ho finito -finalmente- di scrivere il mio libro e ora sto per farlo uscire in autopubblicazione/autoproduzione. e sono tanto, tanto orgogliosa del mio figliolo di carta. 
insomma, non mi sento proprio di volerlo completamente buttare dalla finestra questo anno, in fondo. 
poi dice che uno invecchia.
ma io non lo so.

mercoledì 14 dicembre 2011

il mio primo libro è quasi pronto

uscirà in autoproduzione e ne stamperò 50 copie, per il momento.

sono orgogliosa del mio bambino, di quello che ci è voluto per farlo, e sì, anche di me stessa.

scrivere un libro concerne lacrime, sudore e sangue. nel vero senso della parola.
scrivere un libro fa tanto male, ma fa anche bene.
scrivere un libro, a volte, è uno sforzo superiore alle tue possibilità.

non so se è bello o meno. per me lo è.
è una raccolta di racconti di cui non dirò ancora il titolo. vi basti sapere questo.

sarà comunque possibile comprarlo contattandomi. ad un prezzo pressoché ridicolo.
a breve, nuove comunicazioni.
Chiara

giovedì 10 novembre 2011

ESERCIZIO: PENSA A 6 COSE IMPOSSIBILI PRIMA DI COLAZIONE

SVOLGIMENTO

1- svegliarmi alle 6,30
2- alzarmi dal letto
3- avere il coraggio di togliere il pigiama e infilarmi sotto la doccia
4- riuscire a connettere il cervello per essere in grado di scegliere cosa indossare per uscire di casa
5- prepararmi il pranzo
6- uscire di casa

quando riesco a fare tutte queste cose mi sento davvero una paladina.
decisamente.

Ma siccome sono una schifosa romantica del cazzo, ne ho pensate altre 6 di cose impossibili, prima di fare colazione, qualche tempo fa.

SVOLGIMENTO N. 2

1- credere di nuovo nelle persone
2- esiste la possibilità di innamorarsi ancora
3- non ti farà più schifo fare sesso con qualcuno
4- avere fiducia nel futuro
5- affidarsi a qualcuno completamente
6- amare una persona al di fuori di me stessa

ebbene. Alice ha ucciso il Ciciarampa. io sono stata in grado di fare questo. altro che la Spada Bigralace. e io nel Paese delle Meraviglie ci resto. eccome.

però poi, ci sono quelle cose che è sempre bene credere, prima di colazione, anche se sono impossibili.

SVOLGIMENTO N.3

1- ho due fantastiche tette
2- sono magra
3- sono incredibilmente bona
4- ho una casa
5- sono una scrittrice
6- la vità è meravigliosa

e adesso: tutti fuori dalla Tana del Bianconiglio. VIA!

giovedì 8 settembre 2011

QUELLE NOTTI CHE.

QUELLE NOTTI CHE NON SMETTERESTI PIù DI SCRIVERE.
SOLO CHE TI FA MALE LA MANO E DOMANI DEVI ANDARE A LAVORO.
E SE NON DORMI: COL CAZZO CHE RESTI SVEGLIA IN UFFICIO.

QUELLE NOTTI CHE –DIO– è PROPRIO UNA FICATA STARE DA SOLI.
QUELLE NOTTI CHE VAI NEL PANICO PERCHè NON PUOI USARE IL TUO AMATO IPHONE
PERCHè, ESSENDO UNA TONNA, 
HAI DIMENTICATO IL CARICABATTERIE A LAVORO. 

QUELLE NOTTI CHE CI METTI TRE ORE AD ADDORMENTARTI
PERCHè TI RENDI CONTO DI AVER FATTO UNA CAZZATA AD AVER COMPRATO QUEL MATERASSO
PERCHè QUELLO STRACAZZO DI MATERASSO è ORRIBILMENTE SCOMODO.
QUELLE NOTTI CHE TI VERREBBE VOGLIA DI RIPRENDERE L'ORSACCHIOTTO
PERCHè IL LETTO A DUE PIAZZE, DA SOLA, 
TI SEMBRA IMPROVISSAMENTE E ASSURDAMENTE TROPPO GRANDE. 

QUELLE NOTTI CHE VORRESTI CONTINUARE A CONSUMARE IL MOLESKINE
PERCHè IL MOLESKINE CONSUMATO è UNA CIFRA FICO.

QUELLE NOTTI CHE SE NON LA SMETTI DI CONTINUARE A SCRIVERE NON SMETTI PIù DAVVERO.
QUELLE NOTTI CHE.

QUELLE NOTTI CHE BUONANOTTE. 

martedì 30 agosto 2011

5 cose che già sapete di me, ma che vi spiego meglio pt.5

Oh.
e siamo quindi finalmente giunti all'ultimo, travagliato, trepidamente atteso e sofferto, capitolo della saga delle 5 cose di cui non vi frega un cazzo ma delle quali vi parlo ugualmente perché trovo che sia interessante raccontarvi un po' di cose mie, dato che sono una megalomane autocelebrativa (perché se non lo faccio io, chi lo fa?) e mi piace un sacco parlare di me.
quindi.
eccoci qui a parlare della mia patologia.
del mio problema più serio.
della mia eterna croce e delizia.
della cosa che mi ha creato più problemi nella vita.
la GRAFOMANIA.

partiamo dalla definizione.
GRAFOMANIA vuol dire: bisogno morboso di scrivere.
come cita testualmente il dizionario.
per questo, le persone grafomani, devono scrivere. scrivere di tutto. scrivere qualsiasi cosa. scrivere continuamente.
e questa, è una cosa terribile.
in più, io ho un ulteriore problema che si aggiunge a questa malattia.
non so parlare.
per questo trovo molto più semplice esprimermi scrivendo.
cioè: non è che non so parlare perché non so mettere due parole in fila.
o perché non ho la voce per farlo.
nah.
parlo eccome. e dico un sacco di cazzate. (a volte sono talmente tante che mi tocca aprire le finestre per far passare un po' d'aria e farle uscire. certe persone, quando mi ascoltano, hanno bisogno di fermarsi un attimo per metabolizzarle).
il problema riguarda le cose serie.
il problema serio è che se io provo a esprimermi a parole, non ci riesco bene.
sono la classica persona che dice una cosa, poi ci pensa dopo e fa «ah cazzo! avrei dovuto dire così!»
scrivere, per me, vuol dire "mettere le idee in fila".
scrivere, per me, è mettermi seduta, pensare bene a quello che devo dire, e dire TUTTO. ma proprio tutto. senza tralasciare nemmeno un segno di interpunzione.
e in questo modo sono sicura al 100% che non posso scordarmi nulla. e posso stare tranquilla. e tralasciare l'ansia.
l'ansia.
meglio che non ne parliamo di quella.
molti miei ex mi hanno odiata per questo.
(non per l'ansia. per la grafomania.)
«ma, parlare a voce, no?»
no.
non ci riesco.
non sono capace.
io mi blocco.
mi blocco e non riesco ad andare avanti. mi faccio sovrastare dal pensiero degli altri. dal discorso degli altri. perdo le cose che volevo dire e mi ritrovo costretta a stare zitta e fare pippa. non sono capace di litigare. lo odio. mi spaventa. non lo so fare.
e siccome non mi piace proprio stare zitta, e nemmeno fare pippa, devo adottare un sistema alternativo. 
sono incapace di dare un suono a certi miei pensieri.
e sì che ci provo.
non è che non ci provo.
io ci provo a parlare.
ma complici diversi "traumi" che mi inseguono dall'infanzia, io non sono proprio capace a farlo.
per questo scrivo.


dico "croce e delizia" per questo motivo.

croce: perché io continuo imperterrita a scrivere lettere alle persone con cui vorrei spiegarmi, e perché  le persone preferirebbero molto di più sentirmi parlare, piuttosto che leggermi. perché un sacco di gente si annoia a leggere, e dopo un po' smette. e perché scrivo qualsiasi cosa che mi passi per la testa. ovunque.
(poi è arrivato twitter. ed è stata la rovina. non per me. per me è stata una benedizione. la rovina è stata per tutte le persone che mi seguono. ma questa è un'altra storia)

delizia: perché un bel giorno ho avuto una bella pensata.
eh, sì. capita anche a me di fare belle pensate, ogni tanto.
strano, vero?
lo so.
mi stupisco anche io di certe cose.
infatti è fico essere me: ti vuoi bene di più quando ti accorgi che sei in grado di pensare un po' sopra la media.
brava Apple!

ehm.
dicevo.
ho visto che avevo un sacco di cose da scrivere.
e allora ho detto "perché non fare di tutto questo qualcosa di più sensato?"
così ho aperto un blog.
il primo blog che ho aperto, l'ho aperto a 16 anni.
ci ho scritto per un paio d'anni senza rileggerlo.
quando ho ricominciato a leggermi ho avuto i brividi.
i conati di vomito.
le convulsioni.
l'ho cancellato. senza soluzione di ritorno.
il secondo blog l'ho aperto a 18 anni. su splinder.
splinder è un brutto posto. molto brutto.
la prima volta non sapevo come usarlo. ci ho scritto pochissimo. quindi è morto lì.
a un certo punto ho dimenticato anche come si chiamava. la password. insomma. non so più che fine abbia fatto.
molto meglio così.
il terzo blog l'ho aperto a 20-21 anni. cioè, non è che l'ho aperto.
mi sono fatta maispeis.
vi ricordate quando c'era il boom di myspace?
ecco.
io ho scoperto, dopo un po' -sì, ho dei seri problemi. dovreste leggere la mia teoria degli aggeggi tecnologici per capire bene di cosa parlo-, che maispeis si poteva usare anche come blog.
fico!
mi sono detta.
e ho cominciato a scriverci.
ci ho scritto un sacco.
cose belle, anche. ma poi maispeis è decaduto. io ho fatto casini con l'email. e ho perso di nuovo la password.
già.
e allora che ho fatto?
beh, ne ho aperto un altro.
il quarto blog. l'ho riaperto su splinder. a 23 anni.
a quel punto mi sono resa conto di nuovo che splinder è PROPRIO un brutto posto. ma brutto brutto brutto.
e quindi ho cominciato a sforzarmi un po'.
e allora ho trovato una nuova piattaforma.
blogspot.
il mio posto ideale.
fico.
alla soglia dei 24 l'ho aperto qui. il mio blog.
l'ho chiamato "melalogia". e sono due anni che vi spacco i coglioni.
contenti?
eh, lo so. sono una persona piuttosto caparbia.
ma mica è finita.
eheh.
nonono.
un bel giorno ho scoperto tumblr. che aveva l'applicazione per aifon.
e ho aperto anche quello.
e ho cominciato a scriverci.
poi ho scoperto che anche wordpress aveva l'applicazione per aifon.
mi si è aperto un mondo.
e così ho deciso di aprirne ancora un altro. di blog.
insomma, alla fine ce ne ho 3.
insieme a twitter.
e agli stati di facebook.
e scrivo su tutto, eh.
non proprio sempre sempre. ma frequentemente.
credete che sia matta?
no. sono solo malata.
credete che sia finita?
errore.
perché mica scrivo solo qui.
ah. nono.
perchè un bel giorno ho detto "perché di questa malattia non ne fai qualcosa di ancora più sensato?" e allora ho deciso di cominciare a scrivere un libro.
ho cominciato da piccoli racconti.
e adesso ho in progetto una raccolta.
che è quasi finita.
e non immaginate nemmeno quanto le sia affezionata a questo mio figlio dal parto difficile, che non vedo l'ora di mandare in giro. 

la grafomania è una brutta malattia.
e pensare che, quando ero piccola, alla tenera età di 7 anni, quando hanno cominciato a farmi scrivere temi, odiavo scrivere. lo odiavo.
mi annoiava mortalmente.
poi ho scoperto perché.
semplicemente perché avevo una traccia imposta e non avevo molta voglia di rimanerci dentro.
dal momento in cui ho capito questo, è stato un crescendo continuo.
la grafomania è una brutta malattia.
ora che lo sapete, potete riconoscere chi ce l'ha, ed evitarlo.
non cercate di curarlo. non ci riuscireste.
e se pensate di non poterlo accettare, beh. scappate.
scappate. subito. il più lontano che potete.
la grafomania è davvero una brutta, brutta malattia.

venerdì 8 luglio 2011

due pezzettini nuovi e una pausa stand-by

prometto: presto scriverò la quinta parte delle cose che sapete di me, ma che vi spiego meglio.
purtroppo, il periodo è davvero pieno di OGNI COSA.

quindi adesso vi beccate questi due link e vi leggete queste cose qua.
per passarvi il tempo.

http://petittuna.wordpress.com/2011/07/08/navigator/

http://applesickness.tumblr.com/post/7380629369/bartleboom

godeteveli.
c'è dentro un sacco di cuore!

mercoledì 20 aprile 2011

5 cose che già sapete di me, ma che vi spiego meglio pt.4

dunque, dove eravamo rimasti?
ah, sì.
allora: vi ho detto che ho dei problemi di autostima
poi che sono acida
poi che sono librofila.
e voi pensate che sia finita qui.
ma vi sbagliate.
anche perchè a rigor di logica, se c'è scritto "5 cose" le cose devono essere cinque. e ora siamo a quota 3. e con questo a quota 4.
giusto, no? la matematica non è un opinione.
fin quando si tratta di contare.
perchè per quanto mi riguarda quella è l'unica cosa che so fare bene, in matematica.
tutto il resto sono nubi oscure e terrore.
detto questo, ed evitando di fare la consueta premessa del "nonmirompeteiosulblogscrivoquellochemmepare" (che poi alla fine ho scritto lo stesso, tanto per restare fedele alla linea), possiamo andare avanti.
la sto facendo un po' lunga, lo so.
ma nei periodi di scarsa ispirazione, bisogna attaccarsi alla logica per andare avanti.
programmarsi degli obiettivi e cercare di raggiungerli.
[n.b. questo è un consiglio per tutti, eh *strizza l'occhio
chi mi credo di essere?
ah. io ve l'ho detto. se volete accettare il consiglio bene, altrimenti peggio per voi.
gnè gnè gnè.]

delle due cose di cui vorrei parlarvi scelgo la mia NERDAGGINE, perchè mi lascio l'altra -ovvero la migliore- per chiudere in bellezza (ricordandovi sempre che la bellezza è un criterio estremamente soggettivo, eh).

partiamo dal principio.
cosa vuol dire NERD?
dunque, la canonica definizione che ci fornisce la nostra preziosa amica wikipedia è questa:

"Nerd è un termine della lingua inglese con cui viene chiamato chi ha una certa predisposizione per la ricerca intellettuale (talvolta associata a un quoziente intellettivo superiore alla media), ed è al contempo tendenzialmente solitario e con una più o meno ridotta predisposizione per la socializzazione. Lo stereotipo vede queste persone affascinate dalla conoscenza, specialmente quella riguardante la scienza e la matematica; i "nerd" sono inoltre considerati poco interessati alle attività sportive e sociali. Anche l'aspetto esteriore è rappresentato da un cliché ben definito: indossano vestiti niente affatto alla moda, e portano gli occhiali. [...]"

ora, tale definizione mi si addice per un buon 80%, ma mettiamola in relazione con la definizione di GEEK che potrebbe essere quella che si addice a me un po' di più. -potrebbe, eh.-

"Geek. Qualcuno vede i geek come dei nerd meno abili tecnicamente. Alcune fazioni sostengono che i nerd abbiano sia capacità tecniche sia capacità per inserirsi socialmente, mentre i geek manifestano capacità tecniche ma sono incapaci socialmente. Altri tengono una posizione opposta: i geek hanno la funzione di controparte socialmente inserita rispetto agli asociali nerd, e si autodefiniscono geek con orgoglio. [...]"

Adesso possiamo passare a esaminarne i punti. 

punto 1. predisposizione per la ricerca intellettuale: fin da piccola, la qui presente ha sempre avuto attitudine allo studio. eccezion fatta per quelle materie che non sono mai riuscite ad affascinarla come, ad esempio, le materie scientifiche. 
sembrerebbe, quindi, che i NERD tendano ad avere una mente estremamente logica, cosa che potrebbe non verificarsi nelle persone senza attitudine alle materie scientifiche. 
per me però succede una cosa strana. io ho dei seri problemi a proposito dell'ordine. voglio dire: non sono assolutamente predisposta per quanto riguarda serie di formule e numeri in fila, ma devo avere sempre le mie cose (a partire da quelle materiali, fino a quelle mentali) perfettamente in ordine e in fila. il disordine per me è un morbo, una malattia, la morte. mi sento male. posso diventare stupida.
e non posso farci niente.
mi sono sempre chiesta che tipo di strana malattia questa possa essere, ma non sono ancora riuscita a trovare una soluzione. c'è gente che mi suggerisce di farmi vedere da uno bravo. io invece penso che possa essere una leggera forma di autismo. 

punto 2. tendenzialmente solitario: la mia tensione alla solitudine, molto spesso, è piuttosto spiccata. mi piace moltissimo stare sola a fare le mie cose. e molto spesso odio le persone. 
affermazione estrema? forse. ma mi capita frequentemente di odiare le persone per davvero. e siccome preferisco evitare spiacevoli inconvenienti come discussioni e litigi (soprattutto con chi, per me, è degno di scarsa considerazione), passo molto tempo sola con l'unica persona che se mi critica lo fa solo in modo costruttivo, se litighiamo è solo perchè c'è un buon motivo e che mi ama per davvero non dimenticandosi mai che esisto e tenendomi in grande considerazione: me stessa. 
di solito ho bisogno di quantità industriali di tempo per me stessa. perchè devo scrivere/leggere/comprare libri/guardare le mie serie televisive/eccetera eccetera eccetera. 
ma con questo non voglio certo dire che odio la gente sempre. no dài. riesco a essere un po' tollerante. fino a un certo punto.

punto 3. affascinato dalla conoscenza: sì. lo ammetto. rimpiango l'università. se fosse stato per me avrei continuato a studiare per tutta la vita. ma qui (in Italia, dico) non è possibile. come faccio? non lo so. sono assetata di sapere. vorrei sapere sempre di più. sono curiosa come una scimmia. se trovo qualcosa che mi interessa devo andare sempre fino in fondo all'argomento documentandomi nei modi più disparati perchè mi viene voglia di sapere TUTTO. certo, solo con quello che mi interessa. e sono una persona molto selettiva (anche se alcuni, mi definirebbero in modo più colorito "paracula").

punto 4. poco interessato alle attività fisiche e sociali: insomma. diciamo che sono una persona paaaarticolarmente pigra. e quando dico particolarmente. immaginate che sia proprio proprio particolarmente. però. però mi attivo sempre per quello che mi piace (vedi definizione sopra citata tra parentesi). diciamo che non riesco a stare ferma. ci sono periodi in cui vorrei sempre uscire e fare cose. l'attività fisica mi piace, ma solo se si tratta di determinate attività ben spefiche (tipo la danza e la recitazione, per citarne due. e credo poi possa bastare). per quanto riguarda le attività sociali, mi farei un concerto al giorno, e se il mio fegato fosse d'acciaio e non sentissi la stanchezza, potrei prendermi una sbronza a intervalli regolari di 2-3 giorni, con casino prolungato annesso. penso proprio che questo punto sia l'unico che non coincide con un essere "NERD canonico" ma forse più che altro con un GEEK, magari. 
sempre ricordandosi che "non sono più agile come quando avevo 15 anni" (semicit.)

punto 5. indossa vestiti niente affatto alla moda e porta gli occhiali: ok, lo ammetto. sono stata risucchiata dal vortice degli anni '80. per fare un esempio: serata anni '80 al locale dove ho lavorato; collega: «dài vestiamoci tutte in tema!» io: «oddio, ma non so se ho qualche vestito adatto...» apro l'armadio. non c'era niente che non fosse stato catapultato lì in maniera violenta dagli anni '80. 
sono arrossita con me stessa. deh. diciamo che non so se sono alla moda o meno, ma credo di aver sbagliato decennio per i miei vestiti, quello sicuramente. 
per quanto riguarda gli occhiali, beh...devo ancora raccontarvelo?
i miei Rayban stile vintage da purissima NERD con montatura in plastica nera e lenti spesse che ormai sono diventati parte integrante ed essenziale del mio abbigliamento? 
l'accessorio che non mollo mai (anche perchè senza non ci vedo)?
credo di no, insomma. 


GEEK, relativi punti in esame.

punto 1. nerd meno abile tecnicamente: beh direi che se mi mettessero a programmare un computer o a risolvere problemi matematici, fisici, chimici, microbiologici eccetera eccetera eccetera, probabilmente prima piomberei nel panico, poi cercherei di nascondermi, e poi nel posto dove avrei trovato un nascondiglio, morirei. perciò se questo è il "tecnicamente" direi che sono proprio geek, fino all'osso. 


punto 2. controparte socialmente inserita dei nerd: il discorso fila. chi mi conosce bene sa che, se voglio, riesco a parlare anche coi sassi. 
ma non per questo sparisce la mia parte asociale. anche perchè spesso la mia autostima precaria e la mia timidezza impressionante, mi fanno vacillare un po'.
bipolarismo?


Comparazione e Tesi a Sostegno: 
a pensarci bene, possiedo caratteristiche sia della nerdaggine che della geekaggine, quindi...potrei essere una geek-nerd. una nuova definizione, coniata solo per me. 
orrenda, peraltro. 
però io amo dire solo che sono nerd, e basta. 
semplicemente perchè a volte la mia asocialità vince potentemente contro tutto il resto e perchè mi lascio risucchiare molto, molto volentieri dai libri, dalle serie televisive, dai film, dai maledettissimi e costosissimi gadget tecnologici (vedi: il mio iPhone che ormai è quasi una protesi della mia mano *sorrisosmagliante), dalle robe di internet e dai social network. 
anzi, da UN Social Network in particolare. quale? Twitter. 
sono drogata di Twitter, sì, lo ammetto. 
ma con questo non voglio assolutamente dire che non riesco a scindere internet dalla realtà. 
tutt'altro. 
(test scientifici e psicologici lo dimostrano. peddavvero!)
 

mercoledì 30 marzo 2011

5 cose che già sapete di me, ma che vi spiego meglio pt.3

dài, dài. tenete duro.
è quasi finita.
pensate che dopo questo post ce ne saranno solo altri due a tediarvi a proposito della mia persona.
che poi, se non ve ne foste ancora accorti, questo è un blog.
di norma, nei blog, si parla di sé stessi.
delle proprie esperienze, dei propri pensieri, delle proprie opinioni, del proprio vivere.
ecco.
è una pratica estremamente narcisistica, scrivere un blog. 
per questo, se non vi frega niente di me, né del mio narcisismo cronico, potete evitare di leggere.

fatta quindi la dovuta -e consueta- premessa, posso passare a parlarvi della terza cosa su di me. 
si tratta di una delle mie molte malattie mentali.
(a questo punto, alcuni di voi staranno già pensando di consigliarmi un bravo psicologo. ma io lo so che dovrei frequentarne uno. solo che, come dire...manca la pecunia, ecco)
una cosa che mi perseguita da quando ero bambina.
una cosa che ho cominciato a fare da piccolissima e che ha creato diversi problemi ai miei genitori. 
no. non è la droga.
e nemmeno l'alcol, se credete che sia quello. 
-sono una brava ragazza io *sguardo innocente e ignaro. finto, ovviamente -
non mangio i miei simili e non rutto in pubblico (beh, questo a volte sì. ma non ditelo a nessuno).
è un'altra cosa.
una cosa per la quale non riesci ad impedirti di accumulare un determinato tipo di oggetto, occupando un sacco di spazio in casa.
e se è una casa piccola, il problema diventa ancora più grande. 
volete sapere che cos'è, eh?
sento che la curiosità cresce dentro di voi.
ebbene...
non ve lo dirò.
buhuahahaha.
che cosa l'ho scritto a fare questo post?
beh, per darvi fastidio, no?

...

dài! 
scherzavo! 
sono simpatica?
hihihi. 

va bene. torno seria. 
seria...vabbè. 
si tratta di una cosa strana chiamata Librofilia.
occhei. in realtà non sono sicura che questo termine esista davvero.
ma è esattamente il più adatto a descrivere quello che ho io. 
avevo 8 anni quando mi sono accorta dell'esistenza vera dei libri.
quando a scuola la maestra ci ha fatto fare la "biblioteca di classe".
e da quel momento mi si è aperto un mondo intero.
mi succede questa cosa. 
io non solo amo leggere, probabilmente, più di ogni altra cosa e persona al mondo. 
ma amo i libri. 
non solo l'azione di leggere. ma anche quella di comprarli, sceglierli, prenderli, portarli a casa, constatare che sono miei, accarezzare l'idea di poterli tenere sempre con me. 
amo il loro odore, il loro peso. amo toccarli, tenerli fra le mani. 
amo aprire la prima pagina e scriverci il mio nome, la data, e il posto in cui li sto leggendo. 
"Chiara, Roma, Marzo 2011" così.
e sono convinta che anche loro, in qualche modo, mi amino. 
sì. è un amore corrisposto il nostro.
pensate di no? pazzi.
i libri sono, né più, né meno, pezzi della mia vita.
pezzi importanti della mia vita.
adoro comprarli e adoro riceverli in regalo. adoro quando me li consigliano, li compro e constato che mi piacciono. e adoro le persone che me li hanno consigliati perchè hanno capito che avrebbero potuto piacermi. 
ogni libro l'ho comprato in un momento particolare. e quasi tutti me li ricordo. mi ricordo perchè li ho comprati. mi ricordo più o meno il periodo in cui li ho comprati.
per me leggere è come per un discotecaro andare in discoteca.
quando leggo sono veramente io.
cadono le barriere, le paura, i problemi. non c'è più niente. 
mi si apre la testa e comincio a vedere un film. immagino ogni singola parola di quello che sto leggendo. 
e se un libro mi prende, sono capace di eliminare tutto il resto e occuparci le giornate intere. non vedo nient'altro. 
da piccola non avevo bisogno di libri con le figure.
ho cominciato a leggere a 8 anni i libri con le figure. a 9 anni ero già stanca e leggevo Dickens, Conan Doyle, Swift, Alcott, Twain. 
e non ho mai, mai, mai smesso.
ho letto libri di ogni tipo. ho trovato i miei autori-feticcio. 
e quando finisco tutti i libri di un autore, mi manca finché non esce il libro successivo.
una nostalgia vera. 
e quando stanno per uscire quelli nuovi, la vera trepidazione.
e mi sono disperata ogni qual volta non ho finito un libro perchè non riuscivo a farmelo piacere. 
dai libri che ho letto non riesco a staccarmi.
quelli che non riesco a leggere devo subito darli via, perchè non posso sopportare l'idea che rimangano lì soli, senza che nessuno gli dia le attenzioni che si meritano. 
insomma: se con me non hanno avuto successo, questo non vuol dire che non abbiano la possibilità di essere amati da qualcun altro.
non faccio altro che regalare libri. 
ADORO regalare libri. regalerei SOLO libri.
ho scoperto, dopo aver lungamente superato l'infanzia e l'adolescenza, una passione vera e forte per i libri per ragazzi (e cerco ancora di non vergognarmene).
e per almeno 15 dei 25 anni della mia vita, ho odiato mia mamma per non avermi mai permesso di avere una libreria vera in camera.
ne consegue che ho libri sparsi e riposti in qualsiasi luogo possibile della casa, la maggior parte dei quali in soffitta (e non immaginate nemmeno quanto mi manchino e quanto soffra a saperlì lì, tutti soli, a rischio di ammuffirsi, poverini).
ne consegue un odio potentissimo, da parte di mia mamma, ogni volta che le riporto a casa un nuovo "cucciolo".
e ne consegue che, da anni, non faccio altro che ripetere: «la prima cosa che porterò in casa mia saranno i libri. riempirò una parete di libri. anche tutte le pareti se è necessario. avrò la casa invasa dalle librerie» con annessi occhi iniettati di sangue uniti a uno sguardo psicotico da killer.
credo proprio che i libri siano una delle mie ragioni di vita, senza scherzare.
e se trovo qualcuno con la mia stessa passione, potrei passarci giorni, ininterrottamente, a parlare solo di questo. 

vi ho spaventato?
lo so. 

però insomma, se mi volete bene e dovete (o volete) farmi un regalo, adesso lo sapete: regalatemi un libro.

martedì 15 marzo 2011

5 cose che già sapete di me, ma che vi spiego meglio pt.2

finalmente. 
finalmente mi metto a scrivere la seconda parte. 
non mi ero data una scadenza, quindi non avete nessun diritto di dirmi che sono in ritardo.
e nemmeno quello di dirmi che è troppo presto.
insomma: fatevi i cavoli vostri. 
volete leggere? mi fa piacere.
volete ignorarmi? il peggio è sempre il vostro. *sorriso smagliante

[ultimamente è un po' che ribadisco questa cosa...è solo che è divertente! mi passerà. lo so.]

quindi, eccomi qui a spiegare la seconda cosa che un po' tutti quelli che mi conoscono, sanno di me. 
ebbene sì: sono acida. 
acida come uno yoghurt bianco senza zucchero.
acida come il limone assoluto.
acida come mangiare il latte coi pomodori. 
non lo posso negare. 
anzi: io vi avverto. così potete decidere se avvicinarvi a me o meno. 
almeno non potrete mai dire "eh, ma sei proprio acida!" 
arrivereste troppo tardi, ve l'avevo già detto io prima. 
e a quel punto vi potrei prendere in giro. e avrei anche ragione. 
così se vi sto antipatica, io ho comunque la coscienza a posto. 

ebbene, ho cercato molte volte di spiegarmi precisamente per quale motivo io possegga questa meravigliosa caratteristica. 
ma devo dire la verità: non sono riuscita a darmi una spiegazione diversa dal fatto che sia, effettivamente, nella mia natura. 
bene. io sono una donna. 
(credo che questo sia abbastanza chiaro, no? se non lo è dovete credermi sulla parola perchè non sono disposta darvi una dimostrazione pratica. perciò toglietevi quell'idea dalla testa)
e trovatemi una donna che non sia, almeno un pizzico, acida. 
dài. 
scommetto che se ci pensate anche per 10 minuti di seguito non riuscite a trovare, tra le vostre conoscenze, una donna che non sia acida neanche un po'. 
un pochino.
poco poco.
un cicinino.
l'avete trovata, lo so. *sorriso sornione
solo che io  ho una marcia in più. 
[-> ATTENZIONE! DANGER! ACHTUNG! CUIDADO! : rivelazioni scottanti. 
si prega di mandare i bambini a letto e di allontanare le persone deboli di cuore dal computer. 
e raccomando a quelle che non vogliono rovinarsi la bellissima immagine che hanno di me, di smettere di leggere proprio adesso. 
potrebbero esserci effetti collaterali. 
imprevedibili.
quali: odio per la sottoscritta o, al contrario: incredibile e incontenibile amore. (ma credo più odio)]

dicevo: ho una marcia in più.
e sapete perchè?
beh, ma perchè la mia acidità si manifesta nei momenti più imprevedibili. 
le persone comuni direbbero "all'improvviso". 
io ho questa assurda capacità di sembrare paciocchina e carina, a un primo impatto. oserei dire: innocua.
ma le persone che mi conoscono sanno che potrei cominciare a mordere da un momento all'altro.
e basta un nulla per scatenare la bestia che è dentro di me. 
già.
non è solo colpa del ciclo. in quei momenti è anche peggio.  
forse ho già detto che dentro di me convivono diverse personalità-coinquiline che non pagano l'affitto (maledette) e che io non riesco a mandare via. ecco. loro si scambiano continuamente. e io non so quando succede. (dài, diciamo che le lascio fare perchè non posso fare altrimenti. dài.)
e va bene, ok. molti di voi già pensavano che io fossi un'animale. ma sono umana. ve lo posso garantire. (spero che anche questa cosa non vi abbia deluso)
no. 
non sono lunatica. sarebbe troppo facile.
sono una persona dolce e buonina. ma se qualcuno mi dice qualcosa di sbagliato, o se, solamente, mi gira strana perchè mi sono svegliata male la mattina, posso diventare una vipera in un secondo. 
alzo la voce.
rispondo male.
dico cose cattive.
infilo nei discorsi cattiverie fuori luogo. 
tratto male le persone. 

lo so, lo so.
è un grosso limite. 
ma io non mi arrabbio mai. davvero: MAI. 
perciò sappiatelo: se mi comporto così, vuol dire che siete davvero persone brutte e cattive.
oppure è la giornata sbagliata, quindi: statemi alla larga.

io, però, vevojobbenattutti. 
occhei?
<3


giovedì 17 febbraio 2011

5 cose che già sapete di me, ma che vi spiego meglio


C’è un sacco di gente che scrive le famose “5 cose a caso su di me”
Oppure, “5 cose che non sapete di me.”
Tutto un po’ per la serie: #esticazzi.
Occhei.
L’altro giorno pensavo che un post di presentazione non l’ho mai fatto.
Tutto perché queste cose ti vengono in mente sempre dopo.

-Del tipo: incontri uno/una per la prima volta e vi dovete conoscere. La maggior parte delle volte vuoi dare la migliore impressione di te e quindi pensi a tutte le cose fiche che hai fatto o alle cose più fiche che ti rappresentano.
Puntualmente, quando ci si ritrova a parlare di sé in queste situazioni, vengono in mente sempre le peggiori stronzate. Poi, nel viaggio di ritorno verso casa, ti sbatti una mano sulla fronte e dici: «cazzo, non ho detto questa cosa fichissima che avrei potuto dire!» il tutto, rigorosamente, parlando da soli.-

Ecco, io sono assolutamente così. E mi piace l’idea di avere un milione di possibilità di dire delle cose fiche a proposito di me.
Ebbene: parlare di me stessa in termini fichi è molto difficile.
(Per chi conoscesse già le #cosedatuna sa bene di cosa parlo. Per chi no, provvederò presto a realizzarne un estratto, tanto per dilettarvi un po’, permettendovi di ridere di me. Come al solito, dopotutto).
Ma in fondo, perché non provare a dilettarvi lo stesso?
E siccome, lo ripeto: questo è il blog mio, e lo gestisco io e faccio come dico io, ci scrivo quello che mi pare e così sia.
Per questo, partiamo con la seconda collana di blog a 5 puntate. Così, tanto per torturarvi ulteriormente.
(e fu così che perse tutti i lettori)

Ma andiamo con ordine.
1- Autostima.
Parliamo di lei. Dell’incriminata. Dell’illustre assente. Della quasi sconosciuta.
Sì. Io ho problemi di autostima. (ma và?)
A partire dal mio aspetto fisico, per finire a quello psichico.
Perché vi sto dicendo una cosa del genere?
Ma insomma, vi devo spiegare sempre tutto? Dài, è risaputo che chi è insicuro tende a mettere sé stesso al centro dell’attenzione e a parlare spesso di sé. Che è una specie di controsenso, ma tant’è…
Detto questo, possiamo andare avanti.
Il mio problema di autostima risale ai tempi delle elementari. E viggiuro, che mi ricordo come se fosse adesso il momento preciso in cui ho cominciato a soffrire i complessi di inferiorità.
Vi racconto una storia.
La piccola Apple (immaginatevela con un caschettone di capelli lisci e castani a cuccumella, due occhioni acquosi e verdi, e il proverbiale moccio al naso), faceva parte di una piccola classe molto poco numerosa. Suddetta classe elementare, si componeva di 6 femminucce e 5 maschietti.
Come si sa, i maschietti sono sempre un po’ più lenti ad apprendere, rispetto alle femminucce.
Nella classe della piccola Apple, in più, le femminucce erano particolarmente svelte e perspicaci, tanto che la maestra aveva soprannominato le migliori “le quattro Speedy Gonzales”. La nostra cara Apple faceva parte del gruppetto ma era, ahimè, la più scarsina. Data la sua chiusura e timidezza, arrivava sempre un secondo dopo delle altre a capire le cose (sebbene fosse comunque un secondo avanti ai maschietti), e questo le provocava una cosa nuova di cui non aveva mai conosciuto nemmeno il nome, e di cui conobbe il nome molto più tardi nella sua vita, chiamata: frustrazione.
Tanta era l’ansia di non riuscire a capire in tempo le regole della grammatica. Infinito il disagio per aver bisogno di quel minuto in più per arrivare a capire le proprietà matematiche delle operazioni di calcolo. Profondo lo sforzo che la piccolina metteva in ogni cosa, aumentando di più il moccio al proprio naso.
Poi un giorno il crollo: la maestra fa un indovinello a proposito di una regola grammaticale. Presto le altre “Speedy Gonzales” comprendono la soluzione e la sussurrano all’orecchio della maestra. Ma Apple non riesce a capire. Presto anche tutti i maschietti capiscono, e anche la più lenta delle femminucce. Per la povera Apple non c’è niente da fare. L’illuminazione finalmente arriva, ma troppo tardi.
Portando con sé un orribile e precoce senso di inadeguatezza.
Da quel momento non passò giorno che la piccola Apple non si sentisse inadatta e indietro a tutti gli altri.
Cominciando a pretendere sempre più del dovuto da sé, per non percepire l’orrore del fallimento. 

(per la cronaca, questa è proprio una #truestory)

Mi sono sentita
-troppo brutta («oddio, le coscione, il culone, i fianconi, i capelli lisci, gli occhi piccoli» «no, non mi metterò mai una gonna!» «no! Non indosserò mai pantaloni attillati!» «sono troppo alta, sono troppo goffa, sono troppo grassa» eccetera eccetera)
-Troppo inadatta («mi fate tutti schifo. Il mondo non mi capirà mai. Nessuno sa come mi sento. Buhuuuu! (pianto disperato)»)
-Troppo poco capace («questo non lo so fare, questo non mi viene, non ci provo nemmeno tanto non ci riuscirei»)
-Senza speranze. ( «hanno detto che non lo so fare, mi rassegno»)
E ho sofferto tanta, tanta solitudine.
Finché un giorno non ho capito la formula magica: “ama te stesso e gli altri ti ameranno”
Oh, cazzo: è vero!
Da quel momento la vita ha ricominciato un po’ a sorridere.
Ma non ho mai dimenticato gli anni bui dell’adolescenza e quelli un po’ grigiolini dell’infanzia. *appoggia il dorso della mano sulla fronte e getta la testa indietro con fare da diva, che compiange i tempi andati.
Ho scoperto di essere innamorata della persona che nascondo sotto questa armatura da Tonna, e vi dirò: non è niente male. Stiamo molto bene insieme. Ci godiamo la vita. A volte non siamo d’accordo su certe cose, ma dopo aver litigato facciamo sempre la pace.
Il nostro amore è profondo, durerà.
E, pensate un po’: abbiamo scoperto che, dopotutto, qualche capacità ce l’abbiamo. E che gli altri riescono pure a volerci bene.
Fico, no?

mercoledì 9 febbraio 2011

Un Racconto Pt.5

è di corsissima che posto l'ultima E FINALE parte del racconto, stamattina!
quindi vi beccate il link, ve lo scaricate, ovviamente se non lo avete fatto prima ricominciate dal primo che è qui, proprio su questa pagina, qualche post più in giù, e ve lo leggete per benino.
mi raccomando, eh: LEGGETE (sempre imperativo, no mezze misure.)

per chiunque di voi che l'abbia letto o che lo leggerà (ovvero quelle 2 o massimo 3 persone): siete belli, vi voglio bene.
per chi invece non avesse intenzione di leggere: beh, sappiate che il karma agisce, quindi è probabile che vi succeda qualcosa di spiacevole. e non sono io che ve l'ho tirata, sappiatelo.

con tanto cuorame

Occhiblù pt.5 - finale

Occhiblù pt.5 - finale MEDIAFIRE

e siate felici!
perchè per ora ho smesso di tediarvi.
attenzione, ho detto: PER ORA

muhuhahahahahah (risata cattiva, perfida e malefica)

lunedì 7 febbraio 2011

Un Racconto Pt.4

ciao.

e per non deludere le vostre aspettative
(si lo so che non vi frega niente...anzi: si lo so che non Ti frega niente, unico lettore del mio blog solitario, ma io lo pubblico lo stesso per dovere di coerenza -una scusa qualsiasi, vanno bene tutte. a me m'è venuta in mente questa e ce la metto-)

ecco la quarta -e penultima (non ho intenzione di tediarvi/ti ancora per molto, tranquilli/o)- parte del racconto.

grazie per l'attenzione e:
buona lettura!

occhiblù pt.4

occhiblù pt. 4 mediafire

sabato 5 febbraio 2011

giovedì 3 febbraio 2011

martedì 1 febbraio 2011

Un racconto Pt.1

ho scritto un racconto.
un po' lungo.
e per fare in modo che venga letto tutto ho deciso di pubblicarlo a puntate.
anche a causa della mia passione per le serie...
da oggi metterò qui a giorni alterni un pezzo della storia, scaricabile attraverso un link.
per 5 volte.
ad ogni parte sarà necessario dedicare non più di 5 minuti.
ecco qui la prima.
e...buona lettura!


Occhiblù pt.1

Occhiblù pt.1 mediafire

venerdì 21 gennaio 2011

UN REGALO

voglio farvi un regalo. o almeno una cosa che per me lo è.
a un paio di mesi di distanza, posso tornare indietro e riguardare alla mia avventura di laurea senza sentirmi male. senza che la cosa provochi in me le lacrime o conati di vomito. o momdenti di baratro e terribile depressione.
una settimana prima della discussione ho cominciato a scrivere un piccolo diario, giusto per farmi venire sonno la sera, con l'aifono su TUMBLR.
(per chi non sapesse cos'è, questo è TUMBLR)
(questo invece è il mio TUMBLR, tutto intero, per chi fosse interessato -> http://applesickness.tumblr.com/)
qui di sotto linko la mia piccola avventura a puntate in versione integrale.
riunita insieme, con l'enfasi della successione.

ENJOY!

Previsioni del Tempo

Magistral_mente. iPhone Diary. Day One.

Magistral_mente. iPhone Diary. Day Two.

Magistral_mente. iPhone Diary. Day Three.

Magistral_mente. iPhone Diary. Day Four.

Magistral_mente. iPhone Diary. Day Five.

Magistral_mente, iPhone Diary. Day Six.

Magistral_mente. iPhone Diary. Day Seven. The last day.

Rosso Laurea_1

Rosso Laurea 2

Good Night Recall

martedì 11 gennaio 2011

I DIECI COMANDAMENTI DELLA DOTTRINA DI APPLE


PRIMO COMANDAMENTO DELLA DOTTRINA DI APPLE
Non aspettarti nulla dagli altri. Mai.

1° Corollario: non aspettarti niente dalle cose.
2° Corollario: poniti sempre verso qualunque cosa con la mente più aperta possibile. Non avere alcun tipo di preconcetto e non figurarti mai prima le cose: non andranno come hai previsto.


SECONDO COMANDAMENTO DELLA DOTTRINA DI APPLE
Ama te stessa sopra ogni persona o cosa al mondo.

1° Corollario: nessuno potrà mai amarti come fai tu.
2° Corollario: non amarsi è male. questo porta a brutte cose e il mondo lo percepisce. 


TERZO COMANDAMENTO DELLA DOTTRINA DI APPLE
La solitudine è una benedizione. Accoglila. E non sprecarla mai. Potresti finire per desiderarla senza poterla avere. 

1° Corollario: non perdere il tuo tempo perché è prezioso e non tornerà.


QUARTO COMANDAMENTO DELLA DOTTRINA DI APPLE
Divertiti. Soprattutto quando c’è da divertirsi. Ma cerca di farlo anche quando non c’è.

1° Corollario: non prendere mai le cose troppo sul serio.
2° Corollario: cerca di non prendere gli altri, né te stessa troppo sul serio.


QUINTO COMANDAMENTO DELLA DOTTRINA DI APPLE
Se perdi qualcuno o ci discuti, sono sempre prima gli altri a perdere te: il peggio è il loro.

1° Corollario: non aver paura né remora di far valere le tue idee.


SESTO COMANDAMENTO DELLA DOTTRINA DI APPLE
Il sesso è utile nonché sacro. Non tralasciarlo mai. E non dimenticare mai di farlo.

(Nota: ricorda che agli uomini, spesso, piace essere violentati o presi con la forza)


SETTIMO COMANDAMENTO DELLA DOTTRINA DI APPLE
Ricordati sempre che la vita è una sola. E va vissuta. Vivila al meglio possibile. Non privarti di niente e goditela.

1° Corollario: agisci sempre e comunque con cognizione di causa.
2° Corollario: EVITA i rimpianti.
3° Corollario: non rinnegare mai il passato.


OTTAVO COMANDAMENTO DELLA DOTTRINA DI APPLE
Ridici su. Meglio che piangere, in ogni caso. E piuttosto che prendertela nel culo, prendila bene.


NONO COMANDAMENTO DELLA DOTTRINA DI APPLE
Ricorda le cose belle. Dimentica le brutte. La bellezza è importante. Le piccole cose fondamentali.

1° Corollario: fa sempre tesoro delle brutte esperienze.
2° Corollario: impara dai tuoi errori. (e ammettili sempre quando ti accorgi di averli commessi)


DECIMO COMANDAMENTO DELLA DOTTRINA DI APPLE
Far sempre ciò che vuoi fare quando ti va di farlo è giusto. Non lasciarti condizionare dagli altri e decidi sempre col tuo cervello.

1° Corollario: agire solo per far contente le altre persone è sbagliato.
2° Corollario: essere stronzi, talvolta, è un bene.
3° Corollario: ricorda sempre di pensare con la tua testa, usandola bene. 
4° Corollario: non permettere agli altri di dirti cosa devi fare, nè di interpretare il tuo pensiero.
5° Corollario: evita chi ti giudica. 
6° Corollario: prendi i consigli nel miglior modo possibile e diffida da chi si sente in diritto di darteli senza che tu glieli chieda. 


così ho parlato. così ho pensato. così sostengo.
meditate.