"io scrivo": una di quelle frasi piccole che si portano dietro troppo. io scrivo perchè ne ho bisogno. sono grafomane, non posso farne a meno. come la droga. una di quelle cose che se non ce l'hai vai in crisi.

giovedì 9 febbraio 2012

"grandi cose"

Ricordo che al mio 25mo compleanno, poco dopo lo scoccare della mezzanotte, piangevo.
piangevo per la paura.
non volevo smettere di andare all'università.
non volevo laurearmi.
non volevo lasciare tutto quello che avevo costruito in 6 lunghi anni di studio.
perché era troppo bello.
perché mi aspettava un mondo senza speranze né aspettative. 

Ricordo che al mio 18mo compleanno  tutti mi chiedevano "come ti senti?"
e ricordo che mi sentivo uguale al giorno prima e a quello che sarebbe venuto dopo: sempre io.
Ricordo che 18 anni non li avrei mai voluti fare. ma sarei rimasta con tranquillità ai 17 per tutta la vita.

Ricordo che al mio  14mo compleanno pensavo che una persona, una volta, mi aveva detto che avrei fatto grandi cose della mia vita.
e mi chiedevo perché.
e come sarebbe stato possibile.

Ricordo che al mio 10mo compleanno ero felice.
mi sentivo già grande.

Ricordo il mio 6sto compleanno.
Ricordo il mio sesto compleanno?
i compleanni della mia infanzia erano senza canzoni.
non si cantava "tanti auguri a te" perché mi faceva piangere.
non so perché.
forse non volevo essere al centro dell'attenzione.
o forse mi commuoveva.
sono sempre stata una bambina sensibile.
anche senza sapere cosa fosse la sensibilità. 

Ricordo il mio ultimo compleanno.
Ricordo di aver pensato che avevo finito 26 anni e stavo entrando nel mio 27mo anno di vita.
Capitan Ovvio. ma per me è una cosa sconvolgente.
ricordo di aver cominciato a sentirmi vecchia. e che tutti mi dicevano "tu, vecchia? ma vaffanculo!"
la vecchiaia è uno stato mentale, gente.
ricordo di non aver voluto festeggiare.
ricordo bene un bellissimo regalo ricevuto dalla vita.  

dai miei 6 anni ho continuato a piangere. dai miei 14 anni ho continuato chiedermi come sarà possibile fare grandi cose della mia esistenza. dai miei 18 ho continuato a sentirmi sempre io, anche se con molti cambiamenti. dai miei 25 ho continuato ad avere paura . 

ma in tutta questa vita ricordo bene una cosa: il mio impegno a cercare di non far morire mai i miei sogni.
forse è così che si possono fare grandi cose. 

giovedì 2 febbraio 2012

sono una brutta persona.

ok.
forse sono cose che, in realtà, non dovrei dire. lo so.
ma, davvero: non capisco perché, certe persone, nel momento in cui hanno il potere in mano, diventino improvvisamente dispotiche e dittatoriali.
cioè, mi chiedo: erano così già prima, oppure ci sono state portate?
e si comportano così solo coi loro sottoposti, o anche con figli e parenti?
non capisco.
non capisco come sia possibile non venga mai in mente a nessuno che lavorare in un ambiente di tirannia, non porti assolutamente a niente di buono.
certamente potrà mettere in riga qualcuno. ma quelli che invece fanno del loro meglio per non fare errori, riusciranno a fare una cosa sola: continuare a commetterne.
ed è inutile, totalmente inutile arrabbiarsi e farsi venire il sangue amaro.
perché non porterà assolutamente a niente. né gli uni, né gli altri. 
insomma. mi pare una cosa piuttosto semplice da capire. no?
eppure non lo è.
ci sono persone, persone totalmente insospettabili, persone lontanissime dai quei terribili dittatori che con la loro follia hanno rovinato il mondo, che non fanno altro che rovinare le giornate di chi lavora per loro. e goderci profondamente, anche. (perché io lo so che godono, ah, come lo so!)
ora, una persona in mezzo al mondo, non è davvero nulla. 
(anche se io non la penso così, ma questa è un'altra storia)
ma sono certa che non sia solo una persona ad avere le giornate rovinate per colpa di un capo-assolutista che se la prende con loro.
non voglio esagerare.
non voglio lagnarmi del fatto che mi trattino male.
perché è una cosa che bisogna mettere in conto. quando si lavora. 
ma questo mi muove a voler dire una cosa.
io sono una brutta persona.
chi mi è intorno non se ne accorge (o, almeno, la maggior parte di quelli che mi sono intorno), forse perché mi mimetizzo bene dietro ai miei modi e al mio fare e al mio sorriso. 
forse perché cerco di essere sempre carina con tutti, perché tutti meritano una possibilità e meritano di essere trattati bene (appunto).
forse perché sono innocua e non dò fastidio a nessuno (semplicemente perché non mi va). 
o forse perché amo mantenere un profilo basso e non farmi notare troppo. 
ma io, sono una brutta persona. 
perché, vedete, quando mi succedono queste cose, sono inevitabilmente portata a pensieri -come dire?- non canonici. ecco. 
facciamola facile: se tu mi tratti male, maledetto essere privo di sentimenti, io comincio a desiderare lo stesso per te. 
ma non finisce qui. perché sarebbe troppo bello. per loro.
io desidero altro per te. 
desidero il tuo dolore.
loro non lo sanno, ma dovrebbero aspettarselo. 
insomma: perché sei cattivo con me? così mi fai venire voglia di augurarti una morte lunga e devastante, piena di torture e sofferenze.
ecco, l'ho detto.
adesso tutti hanno scoperto che sono una brutta, bruttissima persona. 
purtroppo, però, io non sono come Dexter Morgan. 
io il mio Passeggero Oscuro me lo tengo dentro e non lo lascio uscire mai. soprattutto perché non credo sarei in grado di commettere un omicidio efferato come i suoi e poi far sparire tutte le prove in modo che nessuno se ne accorga.
è troppo rischioso. 
io mi limito a ucciderli letterariamente. 
e a farli soffrire. tanto, tanto. 
quindi, se leggerete un mio racconto il cui protagonista viene ucciso affrontando atroci sofferenze, beh.
aspettatevi che la mano che lo uccide, anche se celata dietro un qualsiasi altro personaggio, sia la mia.
e aspettatevi anche che la persona che muore male sia tra quelle che si sono comportate male con me. 
perciò, se non volete fare la fine del topo col gatto...
attenti.