"io scrivo": una di quelle frasi piccole che si portano dietro troppo. io scrivo perchè ne ho bisogno. sono grafomane, non posso farne a meno. come la droga. una di quelle cose che se non ce l'hai vai in crisi.

martedì 30 agosto 2011

5 cose che già sapete di me, ma che vi spiego meglio pt.5

Oh.
e siamo quindi finalmente giunti all'ultimo, travagliato, trepidamente atteso e sofferto, capitolo della saga delle 5 cose di cui non vi frega un cazzo ma delle quali vi parlo ugualmente perché trovo che sia interessante raccontarvi un po' di cose mie, dato che sono una megalomane autocelebrativa (perché se non lo faccio io, chi lo fa?) e mi piace un sacco parlare di me.
quindi.
eccoci qui a parlare della mia patologia.
del mio problema più serio.
della mia eterna croce e delizia.
della cosa che mi ha creato più problemi nella vita.
la GRAFOMANIA.

partiamo dalla definizione.
GRAFOMANIA vuol dire: bisogno morboso di scrivere.
come cita testualmente il dizionario.
per questo, le persone grafomani, devono scrivere. scrivere di tutto. scrivere qualsiasi cosa. scrivere continuamente.
e questa, è una cosa terribile.
in più, io ho un ulteriore problema che si aggiunge a questa malattia.
non so parlare.
per questo trovo molto più semplice esprimermi scrivendo.
cioè: non è che non so parlare perché non so mettere due parole in fila.
o perché non ho la voce per farlo.
nah.
parlo eccome. e dico un sacco di cazzate. (a volte sono talmente tante che mi tocca aprire le finestre per far passare un po' d'aria e farle uscire. certe persone, quando mi ascoltano, hanno bisogno di fermarsi un attimo per metabolizzarle).
il problema riguarda le cose serie.
il problema serio è che se io provo a esprimermi a parole, non ci riesco bene.
sono la classica persona che dice una cosa, poi ci pensa dopo e fa «ah cazzo! avrei dovuto dire così!»
scrivere, per me, vuol dire "mettere le idee in fila".
scrivere, per me, è mettermi seduta, pensare bene a quello che devo dire, e dire TUTTO. ma proprio tutto. senza tralasciare nemmeno un segno di interpunzione.
e in questo modo sono sicura al 100% che non posso scordarmi nulla. e posso stare tranquilla. e tralasciare l'ansia.
l'ansia.
meglio che non ne parliamo di quella.
molti miei ex mi hanno odiata per questo.
(non per l'ansia. per la grafomania.)
«ma, parlare a voce, no?»
no.
non ci riesco.
non sono capace.
io mi blocco.
mi blocco e non riesco ad andare avanti. mi faccio sovrastare dal pensiero degli altri. dal discorso degli altri. perdo le cose che volevo dire e mi ritrovo costretta a stare zitta e fare pippa. non sono capace di litigare. lo odio. mi spaventa. non lo so fare.
e siccome non mi piace proprio stare zitta, e nemmeno fare pippa, devo adottare un sistema alternativo. 
sono incapace di dare un suono a certi miei pensieri.
e sì che ci provo.
non è che non ci provo.
io ci provo a parlare.
ma complici diversi "traumi" che mi inseguono dall'infanzia, io non sono proprio capace a farlo.
per questo scrivo.


dico "croce e delizia" per questo motivo.

croce: perché io continuo imperterrita a scrivere lettere alle persone con cui vorrei spiegarmi, e perché  le persone preferirebbero molto di più sentirmi parlare, piuttosto che leggermi. perché un sacco di gente si annoia a leggere, e dopo un po' smette. e perché scrivo qualsiasi cosa che mi passi per la testa. ovunque.
(poi è arrivato twitter. ed è stata la rovina. non per me. per me è stata una benedizione. la rovina è stata per tutte le persone che mi seguono. ma questa è un'altra storia)

delizia: perché un bel giorno ho avuto una bella pensata.
eh, sì. capita anche a me di fare belle pensate, ogni tanto.
strano, vero?
lo so.
mi stupisco anche io di certe cose.
infatti è fico essere me: ti vuoi bene di più quando ti accorgi che sei in grado di pensare un po' sopra la media.
brava Apple!

ehm.
dicevo.
ho visto che avevo un sacco di cose da scrivere.
e allora ho detto "perché non fare di tutto questo qualcosa di più sensato?"
così ho aperto un blog.
il primo blog che ho aperto, l'ho aperto a 16 anni.
ci ho scritto per un paio d'anni senza rileggerlo.
quando ho ricominciato a leggermi ho avuto i brividi.
i conati di vomito.
le convulsioni.
l'ho cancellato. senza soluzione di ritorno.
il secondo blog l'ho aperto a 18 anni. su splinder.
splinder è un brutto posto. molto brutto.
la prima volta non sapevo come usarlo. ci ho scritto pochissimo. quindi è morto lì.
a un certo punto ho dimenticato anche come si chiamava. la password. insomma. non so più che fine abbia fatto.
molto meglio così.
il terzo blog l'ho aperto a 20-21 anni. cioè, non è che l'ho aperto.
mi sono fatta maispeis.
vi ricordate quando c'era il boom di myspace?
ecco.
io ho scoperto, dopo un po' -sì, ho dei seri problemi. dovreste leggere la mia teoria degli aggeggi tecnologici per capire bene di cosa parlo-, che maispeis si poteva usare anche come blog.
fico!
mi sono detta.
e ho cominciato a scriverci.
ci ho scritto un sacco.
cose belle, anche. ma poi maispeis è decaduto. io ho fatto casini con l'email. e ho perso di nuovo la password.
già.
e allora che ho fatto?
beh, ne ho aperto un altro.
il quarto blog. l'ho riaperto su splinder. a 23 anni.
a quel punto mi sono resa conto di nuovo che splinder è PROPRIO un brutto posto. ma brutto brutto brutto.
e quindi ho cominciato a sforzarmi un po'.
e allora ho trovato una nuova piattaforma.
blogspot.
il mio posto ideale.
fico.
alla soglia dei 24 l'ho aperto qui. il mio blog.
l'ho chiamato "melalogia". e sono due anni che vi spacco i coglioni.
contenti?
eh, lo so. sono una persona piuttosto caparbia.
ma mica è finita.
eheh.
nonono.
un bel giorno ho scoperto tumblr. che aveva l'applicazione per aifon.
e ho aperto anche quello.
e ho cominciato a scriverci.
poi ho scoperto che anche wordpress aveva l'applicazione per aifon.
mi si è aperto un mondo.
e così ho deciso di aprirne ancora un altro. di blog.
insomma, alla fine ce ne ho 3.
insieme a twitter.
e agli stati di facebook.
e scrivo su tutto, eh.
non proprio sempre sempre. ma frequentemente.
credete che sia matta?
no. sono solo malata.
credete che sia finita?
errore.
perché mica scrivo solo qui.
ah. nono.
perchè un bel giorno ho detto "perché di questa malattia non ne fai qualcosa di ancora più sensato?" e allora ho deciso di cominciare a scrivere un libro.
ho cominciato da piccoli racconti.
e adesso ho in progetto una raccolta.
che è quasi finita.
e non immaginate nemmeno quanto le sia affezionata a questo mio figlio dal parto difficile, che non vedo l'ora di mandare in giro. 

la grafomania è una brutta malattia.
e pensare che, quando ero piccola, alla tenera età di 7 anni, quando hanno cominciato a farmi scrivere temi, odiavo scrivere. lo odiavo.
mi annoiava mortalmente.
poi ho scoperto perché.
semplicemente perché avevo una traccia imposta e non avevo molta voglia di rimanerci dentro.
dal momento in cui ho capito questo, è stato un crescendo continuo.
la grafomania è una brutta malattia.
ora che lo sapete, potete riconoscere chi ce l'ha, ed evitarlo.
non cercate di curarlo. non ci riuscireste.
e se pensate di non poterlo accettare, beh. scappate.
scappate. subito. il più lontano che potete.
la grafomania è davvero una brutta, brutta malattia.